È una poesia dove il pessimismo
diventa fenomeno non solo terreno, ma anche cosmico. La Natura, infatti, non
si limita a martirizzare la terra, ma anche gli altri corpi celesti. Da qui il
titolo.
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La luna piena
mostra alla terra
lo scempio
delle sue ferite.
Bersaglio silente
di orribili bombe cosmiche,
come martire celeste,
inerme
subisce
l’ineluttabile destino.
Nemmeno nel profondo
cielo
c'è dunque pace,
perchè immane
è l’operosità
della Natura!
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Metrica: Tre strofe di diversa
lunghezza con versi liberi e enjambement.
Titolo: Si riferisce all’azione
della Natura che investe l’intero
universo.
v.1-4: La luna, che di solito nelle poesie di Palazzini è una entità
negativa, qui assume il ruolo di vittima che mostra alla terra i suoi crateri, lo scempio / delle sue ferite (antropomorfizzazione e
metafora). Il sostantivo scempio sottolinea la crudele ferocia
con cui la Natura si accanisce
indistintamente su tutti gli esseri viventi.
v.5-10: Le meteore che si
infrangono sulla luna sono paragonate
a orribili bombe cosmiche che la colpiscono
in continuazione e, come la terra,
anche la luna non ha mezzi per
difendersi e inerme / subisce /
l’ineluttabile destino, per cui viene rappresentata come
martire del cielo.
v.11-15:
La conclusione, come spesso avviene, spetta al poeta che non può che prendere atto della
completa sudditanza del creato verso la Natura.
Per operosità si intende la sua
continua azione devastatrice.
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