È una poesia interamente dominata dall’ironia e dal pessimismo.
Protagonista, anche se non citato espressamente è l’uomo, la cui vita, sin
dalle origini, è stata rivolta quasi esclusivamente al male.
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Spregevole
qual sei,
chi
dir potrebbe
che un’anima
racchiudi
nel tuo seno?
Eppure
ce
la mise
il
Padre tuo,
insieme
al
caldo soffio
della
vita,
ma
forse
si sbagliò
con il colore:
la pensò
di certo bianca,
ma, ahimè,
gli venne nera!
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Metrica:
Tre strofe con versi liberi e enjambement.
Titolo:
Rappresenta emblematicamente le caratteristiche amorali dell’uomo.
v.1-7:
La poesia si apre con una domanda che sembra banale, ma non lo è, visto il
comportamento che ha caratterizzato e caratterizza l’uomo, da sempre. La sua vita
dedita al peccato spregevole, induce infatti a pensare che sia un
essere privo di anima, nonostante sia assodato che Dio l’ha infusa nel
seno di ogni uomo. Seno per corpo è una sineddoche.
v.8-13:
Dalla seconda strofa il climax tende ad elevarsi in un continuo crescendo,
sostenuto da una ironia e da un pessimismo sempre più incalzanti. La
congiunzione avversativa eppure non lascia alcun dubbio sull’operato
divino che, dopo aver creato l’uomo con il fango, gli infuse la vita,
il caldo soffio (metafora)
e gli donò un’anima.
v.14-21:
Probabilmente affaticato per tutto quello che di perfetto aveva creato
precedentemente, o forse perché un po’ distratto, il Buòn Dio pensò
certamente di dotare l’uomo di un’anima pura bianca,
ma / si sbagliò / con il colore, e, invece di creare un essere buono, lo fece malvagio, con un’anima
nera. Il bianco e il nero alludono chiaramente al bene e al male.
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